Aldo Grasso sul disastro Rai-Europei [corriere.it]
Diciamo che la Rai, nella sua storia, ha conosciuto momenti migliori. Eppure qualcosa di più poteva fare, gli Europei dovevano rappresentare un salto di qualità. I programmi sugli Europei sono stati sbeffeggiati in lungo e in largo, hanno alimentato rubriche giornaliere dedicate agli svarioni, hanno fornito a «Blob» materiale impietoso. Persino un settimanale cauto (ma non cieco) come Sorrisi e Canzoni è stato molto severo, elargendo una fila di insufficienze da bocciatura completa. E Umberto Brindani ha scritto: «Mi rendo conto che criticare Civoli&Bagni, Mazzola&Bartoletti, Variale&Scarnati è un po’ come sparare sulla Croce Rossa. Ma se l’ambulanza è vuota e alla guida c’è “Bisteccone” Galeazzi forse si può, forse non è così politicamente scorretto».
La Rai non si è resa conto che ormai esiste la concorrenza, che le telecronache di Sky e Mediaset sono più moderne, che «seconde voci» come Bergomi, Marchegiani e Serena rappresentano l’eccellenza. Alcuni protagonisti hanno reagito alle critiche in maniera scomposta (penso a Civoli o aMattioli che mi ha riempito d’insulti in diretta) ma quando un’azienda permette che Tombolini inventi il semaforo del fuorigioco significa che siamo allo sbando; questo angoscia. Gli errori più clamorosi sono stati tre: non aver imposto uno stile editoriale alle telecronache (ognuno andava per conto suo, preoccupato solo di tifare Italia); aver sbagliato la scelta delle seconde voci (perché Ubaldo Righetti?); aver richiamato Marino Bartoletti, freddurista da tv locale. Qualcosa vorrà pur dire se il migliore è stato Teo Teocoli.
Aldo Grasso