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MILAN-MANCHESTER IL GIORNO DOPO

17 febbraio 2010

Riproponiamo il confronto tra i giocatori, valutando le prestazioni e cercando di spiegare i perché di questa partita pazza, che il Milan poteva stravincere e ha rischiato di straperdere. Passaggio del turno quasi compromesso, ecco i perché.

  1. Van der Sar ha stravinto il confronto con Dida. Battuto da un tiro deviato, non ha più sbagliato un intervento: il più difficile è quello sul tiro di Ronaldinho, nella seconda metà del primo tempo. Dida invece è stato come sempre poco reattivo, sia nelle uscite che tra i pali. Una continua insicurezza
  2. Rafael e Bonera, siete voi i colpevoli. Il brasiliano è sembrato completamente inadatto a ricoprire il ruolo di terzino in una grande squadra. Bonera ha giocato il primo tempo alla grande, ma si è fatto saltare in testa da Rooney, che gli regala almeno 5 centimetri. Il cambio di Brown per Rafael doveva arrivare prima: il Manchester non avrebbe preso il secondo gol.
  3. Nesta e Rio Ferdinand: malino. Il milanista non è stato per niente perfetto: sul secondo gol di Rooney si è fatto trovare a metà strada. Nessun miracolo, Sandro. Rio invece ha annaspato per tutta la partita: giocare con Evans di fianco non è il massimo.
  4. Thiago Silva e Evans, c’è un abisso in mezzo. Il brasiliano si è salvato, con qualche discesa alla Lucio e un paio di recuperi in velocità. Forse colpevole sul primo gol, nel complesso il meno peggio. Su Evans è emblematico quanto gli ha detto Ferguson, dopo il pareggio di Scholes: “FUCK YOU!”. Disastroso.
  5. Evra ha giocato la sua solita solida partita. Antonini, fino allo stiramento, è stato tra i migliori: ha anche sfiorato il gol. Poi è entrato Favalli, che non ha fatto faticato su Nani, ma adesso spiegategli che Valencia è passato da più di dodici ore.
  6. Pirlo non ha entusiasmato, anche se ha inventato un paio di verticalizzazioni. Scholes è sempre il solito: un po’ arrugginito, quasi goffo ormai. Anche fortunato, ma decisivo.
  7. Beckham ha deluso. Non per l’impegno, ne ha messo tanto. Ma per il rendimento. Non ci ricordiamo una sola giocata, una sola palla. Carrick ha provocato l’autorete, nel primo tempo era legnoso. Poi è venuto fuori con personalità, tenendo il campo alla grande. Stupida e pesante l’espulsione finale. Seedorf ha diminuito il tasso di corsa: in un Milan in difficoltà, non il massimo. Ma che colpo il tacco finale.
  8. Ambrosini è stato l’ultimo ad arrendersi: il suo assalto è stato murato, nel finale. Però Fletcher ha dato dimostrazioni di superiorità. Due assist e una partita di cuore, corsa e intelligenza. Con qualche lampo di qualità. Gran giocatore.
  9. Park ha surclassato Pato. Partita di sacrificio assurdo, sempre in pressione su Pirlo, sempre prezioso. Pato si è estraniato, come spesso gli accade. Fin troppo latitante, quasi dannoso.
  10. Nani, bocciato. Pessimo patetico controproducente. Come sprecare talento e potenzialità in un colpo solo. Valencia sembra fare un altro sport ed è stato infatti decisivo. Che dire di Dinho: non fa un ripiegamento, sta fermo, a volte immobile. Ma illumina. L’unico appunto: vive di emozioni, quando il Milan spinge, è il fulcro. Quando il Milan soffre, scompare.
  11. Huntelaar chi? Nessuno l’ha visto, se non per un gol sbagliato. Poi ci vuole coraggio a metterlo di fianco a Rooney. Che ieri ha dimostrato di essere il più forte, il più grande. Immenso, decisivo, utile. Fortissimo.

Ferguson ha battuto Leonardo. Perché il brasiliano non ha saputo correggersi, non ha letto la situazione. Mentre a sir Alex è bastato alzarsi in piedi per far cambiare marcia ai suoi.