Se cinque giorni fa gli avessero detto: “Giampaolo, domenica supererai Ibrahimovic e Ronaldo”, probabilmente avrebbe risposto: “Voi siete pazzi”. Poi è arrivato il trasferimento all’Inter, sono arrivati i due gol del Palermo, è arrivato il cambio di Leonardo. Sono passati 12 minuti e… gol. E poi altri 16, e di nuovo gol. Giampaolo Pazzini si è preso l’Inter in meno di mezz’ora. Ibra e Ronie non avevano fatto così presto.
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JUVE, LA STRADA E’ ANCORA LUNGA
23 marzo 2010Nell’estate 2006, in pieno scandalo, Jean-Claude Blanc disse: «Ci vorranno 5 anni per tornare a essere la Juve». Poi la scorsa estate gli arrivi di Diego, Felipe Melo, Cannavaro, Grosso e Caceres. Cinquanta milioni solo per i due brasiliani. E di colpo, nelle griglie delle favorite, madama Juventus era al secondo posto. Buffon miglior portiere della serie A, Chiellini miglior centrale italiano, Felipe Melo titolare nel Brasile, Diego stella della Bundesliga. E davanti, Iaquinta al top della maturità calcistica. Quota scudetto: 3,50. Forse gli esperti di scommesse, ma soprattutto i dirigenti della Juve non si sono accorti che Lippi aveva portato a Torino Cannavaro e Grosso: l’unico modo per giustificarne la convocazione in Nazionale. Quindi centrale e terzino sinistro di scorta, dove invece serviva intervenire. Per il ruolo di terzino destro è stato azzeccato l’acquisto di Caceres, che però è sempre in infermieria. Felipe Melo si è rivelato essere il Mr.Hide che era già comparso in alcune partite con la Fiorentina: falloso, irritante, banale, quasi grottesco negli appoggi orizzontali sbagliati. Sissoko è stato fuori a lungo, Marchisio si è lasciato appassire dall’ombra di impotenza di questa Juve. Diego non è mai stato veramente lui: quasi dannoso, a volte gli viene preferito Candreva, altro tassello di Lippi. E se Iaquinta è sparito per mesi per un infortunio quasi misterioso, Amauri si è dimostrato essere solo un centravanti da squadra media: e pensare che lo dipingevano come il nuovo Ibra.
Da dove deve ripartire la Vecchia Signora? Innanzitutto da un nuovo progetto tecnico. Via Secco, non in grado di gestire nemmeno le sostituzioni già ai tempi di Capello (storica la sfuriata di Ibra in un Treviso-Juve). Un uomo di campo servirebbe a saper scegliere giocatori adatti sia per personalità che per caratteristiche tecniche. Servono un terzino sinistro, un centrale, un centrocampista e un attaccante di livello europeo. In pratica, la colonna vertebrale della squadra. Poi, una guida di carisma. Non un uomo di campo alla Zaccheroni, che non ha avuto il coraggio di reimpostare la difesa a tre, come fece in corsa all’Inter e si è trovato nelle stesse condizioni di Ferrara. Non penso che Prandelli sia l’uomo giusto. Alla Juve, per ripartire, servirebbe un allenatore alla Mourinho.

PAROLE DI PACE
12 marzo 2010«Sono sorpreso da questo stupore mediatico nato dal fatto che Mario ed io abbiamo deciso di collaborare insieme, non lo capisco. Oggi Balotelli è un giocatore dell’Inter punto e basta, non sono qui per portarlo via dall’Inter. Il mio unico obiettivo è creare un po’ di calma, di pace, di tranquillità attorno al ragazzo».
Mino Raiola, procuratore, 12 marzo 2010

MANI IN PASTA
11 marzo 2010Prima le voci di un rinnovo, con qualcuno che sui giornali addirittura parlava di Articolo 17. Poi le voci sulla febbre, che Mourinho ha bollato come «balle». Poi un infortunio al ginocchio, la mancata convocazione e le parole del fratello. Tutto assieme. Mario Balotelli non si fa mai mancare niente. E a leggere il comunicato che il fratello ha affidato all’Ansa, si scopre la vera notizia. La procura di Mario è nelle mani di Mino Raiola. Sì, proprio lui, il pizzaiolo manager di Ibra. Quello che ha messo Ibra contro Moggi, quello che ha portato Maxwell e Zlatan a Barcellona. Quello per il quale l’Inter ha spedito Kerlon all’Ajax pur di non averlo più tra i piedi. Balotelli, che si crede già Ibrahimovic si è così affidato a colui che solo un paio di mesi fa ha detto: «Ibra resta al Barça? Neanche per sogno, dovrà cambiare almeno altre due squadre». Ora per l’Inter l’affare si fa molto spinoso. Già la gestione di Balotelli è complicata. Ora le cose potrebbero addirittura peggiorare. In Corso Vittorio Emanuele, Raiola è visto come uno dei grandi nemici. Di seguito potete capire il perché:
Mino Raiola è partito dal basso per poi scalare posizioni nell’ambiente del calcio europeo. Da una pizzeria di Amsterdam a procuratore di uno dei più importanti calciatori del mondo, Ibrahimovic. Oltre che di Pavel Nedved, oggi ritiratosi. Raiola è un vero spauracchio per le società: quando si ha in rosa un calciatore della sua scuderia, è certo che arriveranno i problemi. Continue richieste di aumenti, voci di interessamenti da parte di altre società. E scontri aperti con i dirigenti. Che sono praticamente costretti a scendere a patti ed assecondare le richieste. Funziona così, il metodo Raiola. Altrimenti, il giocatore in questione punterà i piedi, inizierà a rilasciare dichiarazioni sibilline, a strizzare l’occhio ad altre squadre. In attesa di un riconoscimento economico. I tifosi di Juve e Inter ne sanno qualcosa: Ibrahimovic fece così anche a Torino.

PER CHI ANCORA NON MI CREDE
7 marzo 2010Quando l’avevano dato vicino all’Inter, l’anno scorso, ho iniziato a molestare tutti: Arnautovic è il nuovo Ibra, dobbiamo prenderlo per forza. Ora, non è il nuovo Ibra, naturalmente. Anche se gli piace davvero tanto scimmiottare i suoi modi di giocare, le sue mosse. Su Youtube il suo trick con la suola spopola. In settimana ha giocato con l’Under 21 dell’Austria e ha segnato questa punizione, alla Cristiano Ronaldo. Probabilmente è un gasato, che Mourinho cerca di sgridare in ogni occasione. Ma se a neanche 21 anni giochi nell’Inter e segni questi gol, forse, questo Marko Arnautovic un po’ forte lo è…